Come risparmiare sul riscaldamento ed evitare il caro bollette. Lo spiega un documento in dieci punti redatto da Enea e Ministero dello Sviluppo Economico.
Visto che da ieri in 4.300 comuni italiani, quelli in fascia climatica “E”, sono stati accesi i riscaldamenti centralizzati, il vademecum è stato messo a punto per scaldare al meglio le proprie case, evitando sprechi e sanzioni, dovute ad esempio alla mancanza delle revisioni previste dalla legge.
Queste le regole suggerite da Enea e Mise.
Fare la manutenzione degli impianti perché un impianto ben regolato e ben manutenuto consuma e inquina meno. Chi non effettua la manutenzione rischia inoltre una multa non inferiore a 500 euro, ai sensi del DPR 74/2013.
Controllare la temperatura ambiente. La normativa consente una temperatura di 20 – 22 gradi, ma 19 gradi sono più che sufficienti a garantire il comfort necessario. Ogni grado abbassato si traduce in un risparmio dal 5 al 10% sui consumi di combustibile.
Fare attenzione alle ore di accensione. Il tempo massimo di accensione giornaliero è indicato per legge e cambia a seconda delle sei zone climatiche in cui è suddivisa l’Italia. Per i comuni in fascia “E” il massimo sono 14 ore.
Usare i cronotermostati che consentono di regolare temperatura e tempo di accensione in modo da mantenere l’impianto in funzione solo quando si è in casa.
Applicare valvole termostatiche che aprono o chiudono la circolazione dell’acqua calda nel termosifone e consentono di mantenere costante la temperatura impostata, aiutando a concentrare il calore negli ambienti più frequentati e a evitare sprechi.
Installare pannelli riflettenti tra muro e termosifone per ridurre le dispersioni di calore.
Schermare le finestre la notte. Chiudendo persiane e tapparelle o mettendo tende pesanti si riducono le dispersioni di calore verso l’esterno.
Fare il check up alla propria casa. L’isolamento termico su pareti e finestre dell’edificio è un aspetto da non trascurare: se la costruzione è stata fatta prima del 2008, probabilmente non rispetta le attuali normative sul contenimento dei consumi energetici e conviene valutare un intervento per isolare le pareti e sostituire le finestre. Con nuovi modelli che disperdono meno calore, il beneficio può essere doppio: si riducono i consumi di energia fino al 20% e si può usufruire della detrazione fiscale del 65%.
Impianti di riscaldamento innovativi. Se l’impianto ha più di 15 anni, conviene valutarne la sostituzione ad esempio con le nuove caldaie a biomasse, le pompe di calore, o con impianti integrati dove la caldaia è alimentata con acqua preriscaldata da un impianto solare termico e/o da una pompa di calore alimentata da un impianto fotovoltaico. Per questi interventi si può usufruire degli ecobonus per la riqualificazione energetica degli edifici 65%.
Evitare ostacoli davanti e sopra i termosifoni, come tende mobili, ma fare anche attenzione al tempo di apertura delle finestre.
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha inoltre ricordato che da fine settembre è in vigore la nuova etichettatura energetica che definisce gli standard minimi di efficienza per le caldaie. Il nuovo sistema prevede una classificazione energetica da A+ a G per gli apparecchi per riscaldamento degli ambienti e da A a G per gli apparecchi per produrre acqua calda sanitaria. Chi deve installare una nuova caldaia, dovrà acquistarne una a condensazione, in grado di recuperare gran parte del calore contenuto nei fumi. Le caldaie a condensazione saranno le uniche a poter essere commercializzate. Continuerà ad essere prodotto solo un tipo particolare di caldaia non a condensazione che viene tecnicamente chiamata “a camera aperta” da installare quando non sia possibile andare a sostituire una vecchia caldaia con una caldaia a condensazione per problemi legati alla canna fumaria collettiva di alcuni edifici multifamiliari.
Articolo di: EDILPORTALE.COM