Ottobre 16 2015 0Comment

Si riaccende il riscaldamento, le 10 regole per risparmiare

Come risparmiare sul riscaldamento ed evitare il caro bollette. Lo spiega un documento in dieci punti redatto da Enea e Ministero dello Sviluppo Economico.

Visto che da ieri in 4.300 comuni italiani, quelli in fascia climatica “E”, sono stati accesi i riscaldamenti centralizzati, il vademecum è stato messo a punto per scaldare al meglio le proprie case, evitando sprechi e sanzioni, dovute ad esempio alla mancanza delle revisioni previste dalla legge.

Queste le regole suggerite da Enea e Mise.

Fare la manutenzione degli impianti perché un impianto ben regolato e ben manutenuto consuma e inquina meno. Chi non effettua la manutenzione rischia inoltre una multa non inferiore a 500 euro, ai sensi del DPR 74/2013.

Controllare la temperatura ambiente. La normativa consente una temperatura di 20 – 22 gradi, ma 19 gradi sono più che sufficienti a garantire il comfort necessario. Ogni grado abbassato si traduce in un risparmio dal 5 al 10% sui consumi di combustibile.

Fare attenzione alle ore di accensione. Il tempo massimo di accensione giornaliero è indicato per legge e cambia a seconda delle sei zone climatiche in cui è suddivisa l’Italia. Per i comuni in fascia “E” il massimo sono 14 ore.

Usare i cronotermostati che consentono di regolare temperatura e tempo di accensione in modo da mantenere l’impianto in funzione solo quando si è in casa.

Applicare valvole termostatiche che aprono o chiudono la circolazione dell’acqua calda nel termosifone e consentono di mantenere costante la temperatura impostata, aiutando a concentrare il calore negli ambienti più frequentati e a evitare sprechi.

Installare pannelli riflettenti tra muro e termosifone per ridurre le dispersioni di calore.

Schermare le finestre la notte. Chiudendo persiane e tapparelle o mettendo tende pesanti si riducono le dispersioni di calore verso l’esterno.

Fare il check up alla propria casa. L’isolamento termico su pareti e finestre dell’edificio è un aspetto da non trascurare: se la costruzione è stata fatta prima del 2008, probabilmente non rispetta le attuali normative sul contenimento dei consumi energetici e conviene valutare un intervento per isolare le pareti e sostituire le finestre. Con nuovi modelli che disperdono meno calore, il beneficio può essere doppio: si riducono i consumi di energia fino al 20% e si può usufruire della detrazione fiscale del 65%.

Impianti di riscaldamento innovativi. Se l’impianto ha più di 15 anni, conviene valutarne la sostituzione ad esempio con le nuove caldaie a biomasse, le pompe di calore, o con impianti integrati dove la caldaia è alimentata con acqua preriscaldata da un impianto solare termico e/o da una pompa di calore alimentata da un impianto fotovoltaico. Per questi interventi si può usufruire degli ecobonus per la riqualificazione energetica degli edifici 65%.

Evitare ostacoli davanti e sopra i termosifoni, come tende mobili, ma fare anche attenzione al tempo di apertura delle finestre.

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha inoltre ricordato che da fine settembre è in vigore la nuova etichettatura energetica che definisce gli standard minimi di efficienza per le caldaie. Il nuovo sistema prevede una classificazione energetica da A+ a G per gli apparecchi per riscaldamento degli ambienti e da A a G per gli apparecchi per produrre acqua calda sanitaria. Chi deve installare una nuova caldaia, dovrà acquistarne una a condensazione, in grado di recuperare gran parte del calore contenuto nei fumi. Le caldaie a condensazione saranno le uniche a poter essere commercializzate. Continuerà ad essere prodotto solo un tipo particolare di caldaia non a condensazione che viene tecnicamente chiamata “a camera aperta” da installare quando non sia possibile andare a sostituire una vecchia caldaia con una caldaia a condensazione per problemi legati alla canna fumaria collettiva di alcuni edifici multifamiliari.

Articolo di: EDILPORTALE.COM

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